Contratti di lavoro a tempo determinato: legittimi anche se ricorrenti
Importante chiarimento in fatto di contratti di lavoro a tempo determinato è stato reso noto pochi giorni fa dalla Corte di Giustizia UE. Interrogata da un tribunale tedesco in seguito a una causa tra una cittadina e il suo datore di lavoro, la Corte di Giustizia ha stabilito che il continuo rinnovo di un contratto di lavoro a tempo determinato non è da considerarsi illegittimo se non in presenza di un abuso (sentenza causa C-586/10, Bianca Kücük).
Secondo i giudici della Corte, in altre parole, se un contratto di lavoro a tempo determinato viene rinnovato più e più volte in base a esigenze ricorrenti o permanenti, il datore di lavoro è tenuto a fornire delle “ragioni obiettive” che giustifichino il rinnovo stesso, senza d'altra parte dover temere nulla se tali ragioni sono per l'appunto motivate.
Nel caso della cittadina tedesca, i suoi contratti erano stati rinnovati dal datore di lavoro in virtù di 13 sostituzioni per altrettanti casi di lavoratori assenti. Vi era dunque una necessità obiettiva di sopperire a un vuoto, senza per questo chiamare in causa alcun tipo di abuso. La Corte, in ogni caso, non esclude la possibilità di una verifica secondo il numero e la durata complessiva di contratti a tempo determinato conclusi in successione e tenendo conto delle dimensioni dell’azienda e della struttura del personale.